Affrontare la distorsione della shoah sui social media. Indicazioni per giornalisti, operatori dell’informazione e della comunicazione.

Abusi, scuse, travisamenti e manipolazioni della storia della Shoah si possono riscontrare a tutti i livelli della società. Si tratta di un fenomeno tutt’altro che marginale: se ne possono trovare esempi nei governi che cercano di minimizzare la loro responsabilità storica, nei teorici della cospirazione che accusano gli ebrei di esagerare le loro sofferenze a scopo di lucro e negli utenti online che fanno uso di immagini e linguaggio associati alla Shoah per scopi politici, ideologici o commerciali che non hanno legami con la sua storia. Indipendentemente dalla sua forma, la distorsione della Shoah e i suoi potenziali effetti diretti o indiretti – antisemitismo, negazione della Shoah, miti cospirativi e nazionalismo estremo – hanno una dimensione e una rilevanza internazionale e pertanto richiedono una risposta internazionale. Per quanto riguarda i social media, se da un lato la loro ascesa ha permesso a individui e gruppi di connettersi a livello globale e di avere accesso istantaneo a informazioni e conoscenze, dall’altro hanno consentito l’esponenziale diffusione e la divulgazione di contenuti carichi d’odio, tra cui l’antisemitismo e la negazione e distorsione della Shoah.

L’incontro permette un confronto sulle difficoltà e sui quesiti che queste tematiche pongono al mondo dell’informazione e della comunicazione.

Questo seminario si rivolge agli operatori dell’informazione e mira a diffondere le conoscenze più recenti sul tema della rappresentazione distorta della Shoah, con particolare riguardo per le forme distorsive e di abuso rintracciabili sui social media.

6 Luglio 2022
ore 17:00

Stefania Manca
Istituto per le Tecnologie Didattiche, CNR, coordinatore del
Progetto

Silvia Guetta
Dipartimento di Scienze della Formazione, Lingue, Interculture,
Letterature e Psicologia, Università di Firenze

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